E adesso era agosto. L’oceano era caldo, ogni giorno piú caldo.
Alex aspettò la fine di una serie di onde regolari prima di entrare in acqua, procedendo faticosamente fin dove era abbastanza profonda per immergersi. Una successione di bracciate vigorose e fu al largo, oltre il punto di rottura delle onde. La superficie era calma.
Da lí, la sabbia appariva immacolata. La luce – quella famosa luce – indorava e attutiva tutto: il verde scuro europeo della boscaglia, i ciuffi d’erba sulle dune che si muovevano frusciando all’unisono. Le macchine nel parcheggio. Persino i gabbiani all’assalto di un bidone della spazzatura.
Sulla riva, gli asciugamani erano occupati da gente tranquilla. Un uomo con l’abbronzatura color cuoio conciato sbadigliava, una giovane madre teneva d’occhio i figli che non smettevano di correre avanti e indietro sulla battigia.
Cosa avrebbero visto quelle persone guardando Alex?
In acqua era come chiunque altro. Niente di strano, una ragazza che nuotava sola. Impossibile stabilire se fosse nel posto giusto o no.
(Emma Cline, “L’ospite”, Einaudi, 2023, trad. Monica Pareschi)
Ma si può vivere costantemente nel presente? Avere come unico obiettivo l’immediato? In prospettiva, arrivare al massimo a fine settimana? A me, questo romanzo ha dato l’angoscia, magari perchè sono così organizzato che ho già programmato impegni per i prossimi mesi (arrivo al 26 marzo 2024, ad oggi) ed ho progetti anche per i prossimi anni. Alex, la protagonista, invece, è esattamente il contrario di me.
È lei l’ospite che dà il titolo a questo romanzo spiazzante, che qualcuno ha definito “come assistere ad un incidente al rallentatore, sai che il disastro è inevitabile ma non puoi far niente per evitarlo”. Ospite di Simon, al momento in cui facciamo conoscenza, ma in precedenza ospite di altri, il penultimo era Dom, che continua a cercarla telefonicamente, ma che lei evita. Non vive di vita propria, Alex, ma di vita riflessa, sa capire gli altri, sa gestire molto bene se stessa nelle relazioni (che attrice, che controllo della parte), ma tutto qui. Letteralmente: tutto qui. La sua vita sta in una borsa, un po’ capiente, ma pur sempre borsa.
In un’estate calda ed afosa, Emma Cline segue Alex nell’arco di una settimana, sezionandole pensieri, azioni, incontri, attirando e venendo attirata da altri giovani e adulti. Interessante e pericolosissima, Alex ha una sua dolcezza serpentesca. L’autrice aveva già fatto il botto con il romanzo d’esordio, “Le ragazze”, del 2016, che non ho letto ma leggerò, visto il livello de “L’ospite”.
Mi resta un pensiero, alla fine: Alex è un personaggio inventato, o no?
Gianluigi Coltri
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