Arriviamo che il sole picchia forte, le ore di viaggio accentuano la sensazione, ed aspettare in fila per entrare nel villaggio turistico è di una noia enorme, anche se è la moglie a sbrigare tutte le pratiche burocratiche lunghe e fastidiose. Dopo mezz’ora ci dicono che il bungalow sarà a disposizione tra due ore, nel frattempo possiamo parcheggiare ed andare in spiaggia. Mia figlia sta dormendo, non abbiamo comodo l’abbigliamento da spiaggia, o forse la voglia di distenderci in un letto prevale su tutto, così troviamo un posto all’ombra, sperando che la disponibilità sia anticipata. Così avviene, dopo poco ci chiamano, il posto è pronto. Ci risvegliamo dal torpore causato dalla stanchezza e dallo sfinimento. Arriviamo di fronte alla residenza, carina, circondata da palme, entriamo, stanze ampie e spaziose, cucina recente ed ordinata, letti comodi, divano nuovo, bell’ambiente; scarichiamo le valigie, e ultimato il lavoro, svegliamo mia figlia, che addormentata con le cuffie addosso, subito si lamenta perché il telefonino si era scaricato, quasi che la colpa fosse nostra, poco male, ci aiuterà ad organizzarci.
Acceso il condizionatore a palla, non mi accorgo subito del primo dramma. Mettiamo i vestiti al loro posto, e siccome io sono dispensato dal lavoro, sono troppo disordinato, allora cerco il telecomando del televisore, non lo trovo, guardo meglio…ed infine, come colpito da un montante di Tyson, stramazzo sul divano: NON C’E’ IL TELEVISORE, ripeto NON C’E’ IL TELEVISORE. L’ho dico con tono grave, le donne guardano l’ambiente, quasi incredule, anche nelle camere da letto, cucina, anche in bagno… Si manca il televisore. Il più preoccupato sono io, mi viene il sospetto che mia moglie abbia scelto una convenzione al ribasso, chiedo, risponde di no, e allora? Vado alla reception, altri 300 metri sotto il sole, ma devo sapere. Esco e mi incammino velocemente, e per la stanchezza ed agitazione, sudo come un muflone (ma sudano i mufloni?), sicuramente ci sarà stato un errore, sicuramente ci saranno alloggi con la televisione, basterà pagare la differenza… ma sette giorni senza. Nel percorso trovo un’inserviente che sta abbeverando un’aiuola, mi fermo e gentilmente gli chiedo: “Scusi, buongiorno, quali sono gli alloggi provvisti di televisione?” Lui, educatamente, si gira, spegne l’acqua, e con tono grave e solenne, che non lascia dubbi, guardandomi negli occhi mi dice: “Buongiorno, in questo villaggio non ci sono alloggi con la televisione” e quasi per spegnermi ogni speranza aggiunge “né al bar, né in nessuna altra parte”. Sono sconvolto, la disperazione ha preso il sopravvento sulla stanchezza, ringrazio, mi giro, è ormai inutile andare alla reception, farei sola una brutta figura, mi devi rassegnare: IN QUESTO CAZZO DI VILLAGGIO NON C’E’ IL TELEVISORE.
Sono ormai vicino al bungalow, quando sento delle urla disperate provenire dall’interno: è mia figlia, cosa sarà successo, è entrato qualcuno, cosa può aversi dimenticato da creare tale disperazione. Mi metto a correre goffamente con le mie infradito, entro nel bungalow, pronto a tutto, e trovo mia moglie e mia figlia che girano invasate ed agitatissime con il telefonino in mano, alla ricerca di qualcosa, mia foglia si gira verso di me con gli occhi disperati mi dice: “Papi, non c’è campo!”. Come non c’è campo, prendo anch’io il telefonino dalla tasca alla velocità di Billy the Kid, e guardo: zero tacche, in soggiorno, in cucina, in camera da letto, in bagno, sempre lo stesso risultato, zero tacche. Allora corro fuori, in veranda, almeno una piccola, miserevole tacca ci sarà…nulla, zero assoluto! Ci guardiamo negli occhi, questo si è un problema enorme, per il lavoro, una settimana senza contatti, come potrà fare a sopravvivere, per mia moglie, una settimana senza sentire mia suocera, e poi mia figlia, senza social, Tik Tok, WhatsApp…… perderà tutto , amici, conoscenti, una settimana di vita…questa è una tragedia, siamo sgomenti, chi appoggiato sulla cucina che spera nel miracolo, chi stramazzato sul divano con lo sguardo perso nel vuoto, ed io che penso, penso, penso… nulla è perduto, comunico a tutti i presenti che c’è ancora speranza: la wi-fi, avranno sicuramente in questa valle di lacrime una wifi! Corro fuori, questa volta nulla mi fermerà: andrò alla reception. Cammino velocemente, forse c’è la soluzione, arrivo, batto nel vetro e compare una ragazza molto giovane, sui vent’anni , bene, penso, non può restare isolata dal mondo anche lei. ”Buongiorno, scusi, mi può dare la password per la wi-fi? Grazie”. Lei mi guarda negli occhi intenerita, quasi commossa ed evidentemente imbarazzatami comunica: “Qui abbiamo sempre avuto problemi con ogni segnale, purtroppo, con il temporale di due giorni fa, l’unico ripetitore è stato abbattuto, abbiamo fatto il possibile, tutti gli interventi, ma resteremo senza segnale per altri sette giorni. Dietro di lei era arrivato il direttore del villaggio che continuava ad annuire alle parole della ragazza, per confermare tutto ciò. Le gambe quasi mi si piegano, sono letteralmente catatonico e frastornato, girandomi vedo che dietro di me si era formato un manipolo di uomini che avevano ascoltato la risposta, e tutti erano lì, increduli, stupefatti, impauriti per quello che ci stava accadendo. Mi incammino a testa bassa, devo trovare una soluzione.
Rientro in bungalow e comunico la situazione ed anche l’intenzione di restare, convincendo mia moglie spingendo sull’ aspetto economico, mentre con mia figlia ogni argomentazione è vana, si mette a piangere, mi rinfaccia di non essermi informato bene prima, perderà tutto, amicizie, morosi, nuovi balletti, contatti…. Perderà tutto. Ma non ci sono alternative percorribili, dobbiamo accettare questo dramma.
Sono passati sette giorni, siamo in macchina, stiamo tornando a casa, mia moglie mi sta accarezzando la mano appoggiata sul cambio, guarda avanti e spesso si gira verso di me; erano anni che non la vedevo così bella, rilassata, felice, di quella felicità che non puoi nascondere, che traspare dagli occhi, dalla pelle… E mia figlia sta canticchiando, guarda fuori dal finestrino, ormai siamo in una zona coperta dal segnale, ma il telefonino è sul sedile, e sembra non interessarla più di tanto, anche lei ha un sorriso stampato in faccia, è stata bene, era tempo che non la vedevo così tranquilla, e poi abbiamo parlato tanto, forse come non mai, noi due, noi tre. Anch’io mi sento bene, sono rilassato, no ho l’ansia da rientro, quello che troverò sulla mia scrivania non mi angoscia, anzi mi stimola, ma specialmente, sia pure per una sola settimana, siamo stati una vera famiglia, che ride, che scherza, che gioca, che fa puttanate… tutti insieme.
Mentre penso a queste cose, mia figlia interrompe il silenzio e dice” Che belle vacanza… così anche l’anno prossimo… che ci sia connessione però!” La guardo attraverso lo specchietto, sta ridendo, mi giro verso mia moglie, mi guarda e sorride “Certo amore, sicuro” Sorrido anch’io, guardo avanti, in fondo un anno passa in fretta.
E.S.
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