Antiche.
Così sono le voci che sento ancora in fondo al cuore, come echi lontani di primavera o cupi tramonti di fondovalle, dove l’aria profuma di salice e di nocciolo.
Nell’armadio dei miei ricordi ci sono i ventagli ricamati e le tovaglie provenzali, ed i ritratti dei santi che intercedono presso Dio.
Non ho conservato di quegli anni tante sciocchezze o piccole cose di nessun valore; preferisco assaporare le visioni e rivivere la pace di quando mi stendevo sull’erba accarezzata da un dolce sentimento.
Adesso si stagliano nel cielo le insicurezze della vita e la novella brama di solitudine, che mi fa raccogliere piume nei parchi ed infilare castagne nelle tasche.
Qualche volta alla sera apro le finestre alle falene e sussurro al vento le mie nostalgie come fossero capitoli sacri.
E allorché la luna cede il passo all’oblio, le mie malinconie volano nel vento come bronzee foglie d’autunno.
Angela Mariotto
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