É una frase della mia canzone preferita di Jimi Hendrix, All Along the Watchower. Scritta inizialmente da Bob Dylan e successivamente restaurata completamente dal genio della chitarra elettrica. Nessuna ragione per essere eccitati! Nessuna frase più di questa può riassumere l’ultimo anno e mezzo passato all’insegna di reclusione, attesa alimentata da vane speranze e discordia.
Ma nel novembre del 1968, per “The Jimi Hendrix Experience” c’era una ragione in particolare per essere eccitati! Il giorno 16, infatti, l’album Electric Ladyland, dal quale rinasce la cover della traccia del poeta Dylan, raggiunge il primo posto delle classifiche americane. La terza release della band mette le basi per il nuovo rock: grazie a nuovi suoni generati da distorsioni ed effetti, il livello tecnico del trio, la creatività inarrivabile e la capacità di adattarsi ed improvvisare in ogni situazione di Hendrix, la storia della musica viene ridisegnata tramite le mani dell’eccentrico personaggio. Il novembre del ’68 porta con sé anche il primo annuncio di scioglimento del gruppo: ecco che Jimi e compagni non hanno nuovamente nessun motivo per essere galvanizzati.
Nel febbraio del 1969, infatti, si tiene il concerto d’addio alla Royal Albert Hall di Londra.
Come Jimi avrebbe motivo di essere eccitato perché la sua musica non andrà mai perduta, ce l’ho anche io mentre ascolto i suoi capolavori. Il sentimento è però accompagnato da un’autunnale nostalgia: per un talento che non ha creduto in se stesso ma ha scelto di credere nel suo universo parallelo! Un universo intriso di vacue illusioni e vessilli di vanità che le droghe pesanti hanno creato distogliendo l’attenzione dalla realtà e da quello che lui era veramente: il miglior chitarrista di tutti i tempi!
Captain Trip
Play | Cover | Release Label |
Track Title Track Authors |
---|