Piacevolissima sorpresa questa brava cantante attiva da qualche anno (questo è il quarto album). Il primo brano “Been to the mountain” mi ha riportato ai Doors ma anche ai primi Pink Floyd. Quando si dice “gancio”, eccolo che arriva. Questione di qualche attimo però anche se il brano, molto rock con diversi spunti psichedelici, è davvero interessante. Lei è maledettamente brava ed è circondata da ottimi musicisti che hanno capito quello che vuole, o magari lei si è fatta capire molto bene. Si dice che sia un’artista country, non ne sarei sicuro. Qui siamo dalle parti della California, grandi spazi, rock con qualche goccia psichedelica creata e aggiunta ad arte dal produttore Jonathan Wilson. Vengono proposti brani molto diversi fra loro per arrangiamento e “genere” senza alcun timore. Margo, perfetta, è un’ottima narratrice della sua vita, credibilissima in tutti i 10 quadri di questo “Strays”, così diversi ma complementari fra loro. Due note piacevolissime contribuiscono ad alzare il mio personalissimo voto: la durata complessiva (difficile trovare album di 46 minuti ormai) e la durata media dei brani che si assesta sui 4/5 minuti. Finalmente canzoni che hanno la loro durata senza nessuna parvenza di “minestra allungata”. Alcune code sono piacevoli e profumano di “finalmente”.
Voto 8,5: ne ho parlato benissimo preso da una specie di coinvolgimento artistico. “Strays” è da ascoltare per intero avidamente più di una volta per godere interamente e intensamente il grande lavoro di cantante produttore e musicisti. Non arriva al massimo dei voti perchè ci sono alcune canzoni “minori”, due o tre brani un po’ stanchi. Forse il disco parte benissimo e finisce un po’ anonimo ecco. Nulla di grave, avercene.
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Fabio Ranghiero
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