21 febbraio 2020
Si muove con la forza elegante di un esercizio d’arte marziale. Una danza perfetta che tocca ogni cosa con accurata lievità. Tavolo, sedie, credenza. Movimenti armonici, ergonomia all’ennesima potenza. Pura estetica domestica.
Poltrona, libreria, mensole. Un ninja, un monaco shàolín.
Volteggia in una sorta di trance operativa. Leva la polvere, spruzza, toglie la polvere. E poi ancora, ripete di nuovo il circuito igienizzante di tavolo, sedie, credenza. Ogni azione sprigiona perizia disinfestante. Poltrona, libreria, mensole.
Il commissario Mario Mandelli la guarda estasiato. Il sedere sprofondato nel divano, i gomiti piantati nelle cosce, il mento accomodato sui pugni chiusi.
La televisione è accesa. Dal primo telegiornale del mattino arrivano notizie concitate. Esperti, virologi, economisti, giornalisti e inviati duellano su tutto. A suon di pazienti zero, picchi di contagio, previsioni, curve esponenziali e cinica contabilità dei decessi. Tabelle a confronto, collegamenti da tutte le parti del mondo per profetizzare l’arrivo dell’ondata. Una sfida a chi ne sa di più, ognuno a portare la sua dose di competente terrore, sapientemente mescolata a qualche balla. Di quelle abusano soprattutto i politici. Ogni volta che non sanno cosa dire, per comprovata ignoranza, si rintanano nel confortevole rifugio della stronzata.
Se non fosse distratto da Marisa magari sarebbero quelle di Mandelli, di balle, a girare ancor più del solito. Giustamente. Mai come questa volta.
(Gian Andrea Cerone, “Le notti senza sonno”, Guanda, 2022)
Guardate la data: non so voi, ma io me la ricordo bene. Dovevo tenere il giorno dopo una lezione di educazione finanziaria all’Istituto Superiore Masotto di Noventa Vicentina, invece mi avvisarono che la scuola (circa 1.500 studenti) veniva chiusa perchè a Vo’ c’era un focolaio di Covid 19 e molti ragazzi o venivano da quel comune o erano venuti a contatto con residenti in quel comune. Ma nel thriller di Gian Andrea Cerone, siamo a Milano, dentro una questura già in fibrillazione per la situazione sanitaria (non è lontana Lodi, dove c’è il primo caso di contagio), capitano un bel po’ di problemi. A conferma che le disgrazie non vengono mai sole.
Anzitutto, Mandelli e colleghi si trovano con il ritrovamento di una donna non solo uccisa, ma anche mutilata, con una tecnica che farebbe pensare ad un potenziale serial killer (mancano gli occhi ed una mano). Siamo nella periferia milanese, un immenso non-luogo, dove scampoli di campagna si alternano ad aree industriali o artigianali, e poi zone residenziali, abitate e non. Ma capita anche una bruttissima rapina in centro città, in corso Vercelli, ai danni di un grosso gioielliere, anche lui selvaggiamente ucciso…
“Le notti senza sonno” è un bel malloppone di pagine, ma alla fine della lettura, che peraltro è avvincente quanto basta, mi sono chiesto se con tutta questa roba si potevano fare invece due libri, anzichè uno. Anche perchè i casi vanno un po’ ciascuno per conto proprio, il collegamento è costituito sostanzialmente dagli inquirenti, pubblico ministero compreso. E ovviamente, a corollario, per dare spessore ai personaggi, ci sono parenti, amici, morose, ex, eccetera. Tanta roba. Troppa, sinceramente.
Gianluigi Coltri
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