Quando un fronte d’aria fredda incontra a terra una massa d’aria calda, quest’ulti ma si alza al cielo. Nascono i temporali. Pioggia e fulmini, acqua e fuoco. Non ho mai capito chi tra i due fosse il caldo e chi il freddo, ma mi ritengo fortunato di aver incontrato il mio fronte opposto in Claudia Fanelli, la spatriata, come qui chiamano gli incerti, gli irregolari, gli inclassificabili, a volte i balordi o gli orfani, oppure celibi, nubili, girovaghi e vagabondi, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati.
La notai la prima volta nell’atrio della scuola e desiderai i suoi capelli rossi, la pelle lunare, il naso pronunciato. Aveva l’aria d’essere piovuta lí da un altro mondo, più evoluto e illuminato.
(Mario Desiati , “Spatriati ”, Einaudi, 2021)
Io ce l’ho un po’ con premi letterari (Nobel, Strega…) che non premiano (più spesso di quello che sembra) chi merita veramente. A proposito di premi letterari, recensioni, promozioni e presentazioni, ecco un bel romanzo, recente, che sembra passare praticamente ignorato. Tanto è vero che l’ho scoperto attraverso una rubrica di… poesia, che lo nominava per una citazione lirica. Tanto per dire…
Eppure, i personaggi di questa storia che è contemporaneamente di formazione e di relazione, non sono di quelli che si dimenticano facilmente. In particolare lei, Claudia, la “spatriata” numero 1: originale fino in fondo (al libro), piena di slanci e di contraddizioni, non una bellezza (che passa) ma piena di fascino (che non passa). Se lei è spatriata fatta e finita, tanto da restarne etichettata pure quando non appare (o non è) tanto anti conformista, sembrerebbe di tutt’altra specie Francesco, l’io narrante. Se lei è l’apocalittica, lui è l’integrato (farà anche l’agente immobiliare, tra le altre cose, mentre Claudia alternerà lavori normali e lavori strani).
Non dico nulla sul fatto che scocchi o non scocchi la scintilla tra i due, a volte la vicinanza e l’amicizia, nate ai tempi delle scuole superiori, rappresentano un condizionamento (troppo amici per essere amanti?), ma non è solo questo il tema del libro. Che è popolato di molte altre figure, comprese le due famiglie di origine, con originale sovrapposizione che non posso rivelare), amici che vanno e vengono, amori stabili e instabili. Ma soprattutto è il nostro tempo a dominare, con la liquidità delle relazioni, la precarietà dei lavori, le intermittenze dei cuori e l’evaporazione dei punti di riferimento (ideologie, religioni…).
In coda, vorrei esprimere la mia perplessità rispetto alle politiche editoriali: il libro di Desiati è pur sempre pubblicato da Einaudi ma di quali promozioni o pubblicità ha beneficiato? Un premietto, un riconoscimento, anche qualche recensione in più e da qualcuno più considerato e titolato del sottoscritto l’avrebbe meritata. Invece…
Gianluigi Coltri
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