GUIDA PER FOTOGRAFI DI STRADA E NON SOLO
Se avete in mano questo libro è perché, almeno una volta – ma probabilmente molte di più –estraendo la fotocamera o allungando lo smartphone con gesto di malcelata indifferenza avete provocato le seguenti reazioni:
– il soggetto si è girato dall’altra parte con manifesto disappunto;
– il soggetto ha iniziato una articolata, quanto confusa, digressione sulla privacy, dalla quale siete usciti frastornati e molto più confusi di lui;
– il soggetto ha proclamato con fare deciso: «Qui non si può fotografare!» (e ancora adesso vi state chiedendo il perché);
– il soggetto ha minacciato di spaccarvi la faccia, la fotocamera e di denunciarvi (non necessariamente in quest’ordine).
Se nulla di questo vi è mai capitato, o se vi è già tutto chiaro, probabilmente avete sbagliato libro. In caso contrario, quanto seguirà potrà aiutarvi a comprendere cosa sia una fotografia, cosa e come (non) potete liberamente fotografare, quali sono le regole sul ritratto fotografico, quale uso potete legittimamente farne, quali sono i vostri diritti e quali i vostri obblighi, come e quando occorre essere cauti, come e quanto occorre essere attrezzati per evitare brutte sorprese.
O anche solo come rispondere per le rime al soggetto di cui sopra!
(Federico Montaldo, “Manuale di sopravvivenza per fotografi”, Emuse, 2022)
Federico Montaldo è avvocato e fotografo (non so in quale ordine di attività preferisca essere citato), dunque sa bene di cosa tratta. Se poi a uno, come il sottoscritto, piace fare street photography, girando per le città e i paesi, cercando spunti ed ispirazioni, tutti i problemi elencati nell’introduzione del lbro si sono presentati, in quarant’anni che scatto. Mi è mancata solo l’intimazione a consegnare il rullino, ma per il resto c’è tutto. Non solo, ma mi è anche capitato di assistere a brutte discussioni, quando in mezzo alla foto c’erano dei bambini.
Ecco, proprio arrivato alla conclusione del capitolo delle foto ai minori, avevo cominciato a prendere seriamente in considerazione di limitare i miei scatti a paesaggi vuoti, luoghi anonimi e privi di insegne, bambini neanche di spalle e di fotografarmi, al massimo, i piedi o, con il grandangolo, l’ombelico. Ma proprio la competenza dell’avv. Montaldo, nelle pagine successive, ha saputo tracciare dei confini e delle possibilità, stando dentro quei confini. E dunque, posso tornare in strada e riprendere a fotografare.
Però, è importante un approccio serio al problema della fotografia: sapere cosa si può fare, cosa si deve evitare. Ma anche il cambiamento di prospettiva se parliamo di foto documentale, semplice o creativa. E, soprattutto, se si collega allo scatto un compenso, un guadagno economico, se c’è uno sfruttamento commerciale. Dunque, è un fatto culturale: siamo nell’epoca dei miliardi di immagini, che rimbalzano in giro per il web ovunque, occorre responsabilità in ciò che si scatta, si posta o si condivide. Saperlo, porsi almeno il problema, aiuta a scansare i problemi.
P. s.: vista la qualità dell’opera e la sua finalità, ho acquistato il “Manuale di sopravvivenza per fotografi” in digitale, per averlo sempre disponibile su kindle o su cell. Peccato: i libri di Emuse sono belli e ben fatti. A meno che non mi dimentichi di restituire la copia che mi hanno prestato… Ma sto scherzando.
Gianluigi Coltri
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