Mariagrazia Roccabruna
Soggiorno sul-Fureo
Un passare veloce quasi ad incastro nei corridoi che giungono alle postazioni, come nelle sale di mungitura dove le bovine conoscono a memoria la strada, ma trovi il tuo posto se e solo se arrivi puntuale allo stesso orario, basta qualche minuto di ritardo e già si è scompigliato l’ordine del gioco.
Tutti con sacchetti bianchi con la scritta blue che dondolano al passo, nell’incedere monotòno e veloce, quasi fossimo sul set di un film che tanto mi ricorda Metropolis!
Salendo la collina per giungere al soggiorno temporaneo sul-Fureo si sentono le esalazioni che arrivano a ventate, compagne di un viaggio dove i venticelli corporei si nascondono, senza pudore alcuno.
Come sotto il cielo di Berlino i giorni scorrono incrociando sguardi dapprima timidi e poi sempre più audaci; scorrono tra naselli, cannule e puzzo di benessere!
Un inchino con il capo, un sorriso nel giorno successivo, un buon giorno il terzo dì e via andare fino alle conversazioni e alle strette di mano.
“Di dove sei, da dove vieni? Come ti chiami? io Tonino e tu? Ci sei domani?”
No, il sabato non ci sono.
“Peccato, allora ti saluto adesso, tanto piacere di averti conosciuta, ci si vede il prossimo anno!”
Una stretta di mano quasi un baciamano, il congedo riservatomi da un uomo di altri tempi! Ciao Tonino, Piacere mio!
Ora che ci penso, Tonino mi aspettava per quel saluto, me ne accorgo solo oggi che la sedia è vuota; è finito il timer del suo soggiorno sul-Fureo.
E dopo il nasello, si giunge al luogo ove va rispettato religiosamente il silenzio, nell’attesa dell’amplesso con la bianca cannula.
Qualche complimento del dottore che allevia la tensione, prima di varcare la narice ed insufflare aria. A volte va su, altre va giù, l’aria è dispettosa non sempre si infila dove deve andare. Come nella tromba, se il musicista non sa dosare il fiato, non si sente una bella musica!
Certi giorni la tromba suona male ma oggi, Eustacchio !!! è andata benissimo e si rianimano le speranze!
Sono parte di quell’andirivieni di “anta” più o meno conservati dal tempo che si portano appresso l’odore di zolfo, odore che diviene gusto, che si deposita in bocca lasciando un retrogusto di pancetta affumicata; non mi disgusta ma non è piacevole per chi, come me, si nutre di vegetali!
Negli ultimi giorni si è affacciato il sole e le roselline del parco schiudono qualche bocciolo di colore rosa in segno di saluto.
Attimi di vita rubati al lavoro; sempre di corsa, con gli occhi allungati in avanti per vedere se c’è parcheggio più vicino, per sfruttare qualche metro di percorso, per arrivare ancora prima.
Finito il tempo sul-Fureo servirebbe un ciclo di training autogeno per calmare questa frenesia, chissà se rivedrò anche Tonino!
Il pensiero mi fa sorridere e rende più leggera l’ultima puntata nella casa del grande fratello, dove ognuno gareggia individualmente auspicando come gagliardetto finale la completa guarigione o almeno un reale miglioramento!
Sono di ritorno dal viale delle terme, gli occhi si illuminano sotto uno splendido foliage di colori autunnali.
mg
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