MARIA GRAZIA ROCCABRUNA
Ho provato a cercare sul calendario il giorno, ricordo solo che era fine agosto, che era un sabato e che Giacomo era a Parigi !
Destinazione Stanco, più precisamente, Stanco di Sotto Borgo Antico.
Ed è proprio vero;
Lasciata la strada provinciale per svoltare a destra, si ha l’impressione di immergersi in un quadro d’autore.
Case rigorosamente in sasso, ristrutturate ma non troppo e sassi, sassi e ancora sassi a parlare del passato trascorso.
Quel giorno il mio stato d’animo era particolarmente incline per poter apprezzare il tutto, con quella sensibilità che permette di godere di quella lieve melanconia che rievocare il passato necessariamente comporta, alle anime semplici.
Quanto è bello il contrasto del rosso dei gerani con i sassi delle case; il portichetto al quale si è affacciata la mamma di Roberta, è stata la prima pennellata di colore.
C’erano anche una treccia di aglio, un mazzo di cipolle e forse anche dei peperoncini.
Romolo, Remo, Romeoooo !!! non imparerò mail il suo nome anche se questa volta, per lo meno, non lo ho chiamato Giacomo, perché ? Perché Giacomo è a Parigi !!
Si sentiva l’odore del focolare che ha rievocato in me ricordi di infanzia, di quando in casa c’era sempre qualcuno ed il fuoco era sempre acceso con una pentola fumante.
A volte mi lamentavo del profumo di fritto o di cavolo, di quello di cui oggi non mi lamento più e con tanta nostalgia.
La mamma, affettivamente non mi va di precisare di chi, stava tagliando con le forbici la pancetta per fare il sughetto con i funghi porcini, mentre Robby mi porta a fare un giro turistico per la casa.
Quei muri di sasso che riaffiorano ovunque, quanto calore ed eredità di affetti!
I vecchio fienile, l’orto, la fontana, i prati dove Giacomo gioca quando è in vacanza e non è a Parigi !
Ho fatto la conoscenza dei vicini, anche se in un posto come quello il concetto di vicinato non esiste, sono tutti una grande famiglia con gli amori e gli odi che si convengono anche alle famiglie più nobili.
Un signore anziano, il nonno di Valentina, con un secchio di tempera per muro è seduto su una panchina all’ombra di una “bloblenca tricotene”, ho la convinzione assoluta di non aver scritto in modo corretto il nome ma con tutto l’impegno di non poter fare di meglio !
Due passi in salita verso la casa degli altri nonni di Giacomo, che non c’erano! no loro non erano a Parigi, semplicemente avevano fatto rientro in città, spaventati dalle prime piogge di fine estate.
Una vocina “Roberta dov’è Giacomo? “ E’ a Parigi !.. Ah è vero, lo sapevo..
Una sosta con una orgogliosa nonna di una bella bimba che non ho visto ma che mi sembrava di conoscere attraverso i suoi racconti.
Chiacchiera che ti chiacchiera abbiano fatto rientro al portichetto dove abbiamo incontrato il papà, che per le medesime ragioni di prima non definisco di chi!
Aveva una cassetta di pesche per una donnona che affettivamente ha chiamato “ “Amoreee come stai? Ti ho portato le pesche”
A tutta risposta, “ Ah, Oh… Ahhh “ sorda come una campana, meglio un campanone data la stazza e non solo la sua, di tutta la famiglia al completo !!
E per non dimenticare i piaceri della gola ci siamo viziate con:
Minestra calabra con il sughetto di cui parlavo prima, patate, cotolette, pane fatto in casa, verdura fresca dell’orto e dolcetti vari.
Mi sono chiesta se prima o poi sarei diventata anch’io una sdàura ( Sdòra),
se mi garantiscono che non mi viene il posteriore da sdora quasi quasi ci provo !!!
Sbrigate le faccende, le due donne più una futura sdòra hanno fatto due passi per Stanco. Date le irte salite, forse gli originari abitanti erano sempre stanchi?!
Boh, questo non lo ho chiesto !!
La mamma portava il sacco al patume e nel frattempo si fermava qua e là a raccogliere qualche cartina che trovava abbandonata per la strada, camminando con i bigodini in testa!
Tutte le sdòre avevano i bigodini !
Ogni tanto spuntava una testa bigodinata ed era lo stesso ritornello..
“ Ciao, dov’è Giacomo ? E’ a Parigi. Ah è vero lo sapevo! Me l’avevano detto!
Ogni tanto c’era una variante.. “ con chi ? “ oppure “dov’è Paolo” ma le varianti interessavano poco !
Tutto il paese era in fermento per la festa che ci sarebbe stata la sera.
C’era una nonnina seduta sulla panchetta con tre corteggiatori al seguito, tutti muniti di bastone, capelli bianchi e qualche dente in meno!
Un gatto nero ci attraversa la strada e Robby ci da lo stop per far gentilmente passare due persone – per il fatto che non avevano teste bigodinate erano sicuramente dei turisti – e la sua non è stata propriamente gentilezza ma antisfiga!
Più in là la fontana con la scritta per ricordare il giorno dell’inauguraSione ad opera degli amici di Stanco!
La vegliarda del paese, una nonnina centenaria con due occhi sbiaditi dagli anni ma ancora molto espressivi, ormai non parlava più, ma certamente avrà pensato pure lei a dove potesse essere stato Giacomo!
Ricordo le sue mani magre e grinze, con un anello di cui si stimava molto; l’ho baciata ripetutamente, anche per Giacomo, che è ancora troppo piccolo per non spaventarsi della caducità della vita incarnata nella nonnina, non avrebbe nemmeno potuto provare a farlo perché, Giacomo, è a Parigi!
C’era anche una zia ronfante sul dondolo e un’altra con le calze a pois, bianche e a pois !
Finalmente siamo giunte sul luogo della festa, la vecchia scuola trasformata in un centro sociale; bandierine, festoni, sdòre al lavoro, pentoloni di ragu’, tutto quello che si conviene ed anche un po’ di più.
I miei occhi osservavano e la mia mente registrava quasi fosse una telecamera.
Mi sentivo un po’ Thelma o Louise, ambientata in un film di Pupi Avati; un po’ regista, un po’ attrice, un po’ spettatrice un po’ pittrice, un po’ colore. Un po’ un quadro d’ autore che per un giorno si è animato dentro la sua cornice antica nel quale mancava Giacomo, perché? Perché Giacomo era a Parigi !
mg
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