Sono nato con un destino segnato, il posto in cui sono cresciuto non lasciava molte possibilità di cambiamento o l’opportunità di una rivalsa. Di solito se si riesce a fare un salto in avanti è grazie a un
talento spiccato, nello sport o nella danza, oppure grazie a una voce incredibile, un’intelligenza superiore.
Non avevo nessuna di queste cose, ero solo simpatico, come tanti altri ragazzini.
L’attrezzo che mi ha permesso di scavare una via di fuga è stato l’amore per i libri.
Da piccolo odiavo la scuola, leggere mi annoiava a morte, preferivo stare all’aria aperta. Giocavo per strada davanti al negozio dei miei genitori. Mia nonna aveva provato a portarmi all’asilo, quando siamo arrivati all’ingresso le ho detto che non mi piaceva e lei si è arresa subito, forse perché mi voleva a casa con sé. La seconda volta ci ha provato mia madre, mi ha lasciato a una maestra con la
scusa di andare a chiudere l’auto. Appena si è allontanata le sono corso dietro e, anche lei come la nonna, non ha insistito affatto. Le piaceva avermi intorno, non creavo problemi e non avevo bisogno di attenzioni, sapevo intrattenermi da solo. In quelle ore ero l’unico bambino tra gli adulti .
(Fabio Volo, “Balleremo la musica che suonano”, Mondadori, 2024)
Per me, Fabio Volo è sempre stato un mistero: cos’è, uno scrittore, un attore, un presentatore…? Dopo questo libro, che è un’autobiografia, il mistero resta, anche se qualcosa si chiarisce, nel senso che Volo è un lettore accanito e che cita diversi passi dei suoi autori preferiti . E chi legge, si sa, è uno che vive più vite.
Come l’interessato, che arriva a fatica al diploma di scuola media inferiore, abbandona il liceo e lavora con il padre, panettiere, poi comincia a fare l’animatore in locali notturni, fa il cantante di karaoke e non solo, fa il conduttore radiofonico con Cecchetto (un vero talent scout, interessante il suo approccio, lo racconta bene Fabio), alla fine fa pure il co-conduttore de Le Iene e scrive il suo primo libro.
Tanta roba, e bisogna dire che non è da tutti , segno dunque di intelligenza e di indubbie capacità, anche nel riuscire a staccarsi da una situazione familiare e lavorativa senza futuro (il padre è pieno di debiti, a causa dell’attività). Come a dire che vale sempre la pena di tentare di realizzare i propri sogni, comunque poi vadano a finire. E dunque, a non ballare la musica che suonano altri (riprendendo il titolo del libro, che è un detto del padre di Fabio).
Certo è che se scrivi la tua autobiografi a a cinquant’anni, poi cosa ti resta da scrivere?
P. s.: Fabio Volo è uno degli autori che ci è stato richiesto a più riprese di portare a Villeggendo (festival letterario itinerante tra le ville ed i borghi storici del Veneto) “perché richiama gente”. Visti i momentacci, le fatiche ed i flop che Volo ha avuto e che racconta, forse con questo libro non sarebbe male proporlo: a suo modo, è istruttivo, pedagogico.
Play | Cover | Release Label |
Track Title Track Authors |
---|