Carlo Goldoni fu uno dei primi autori di commedie che riuscì a vivere del suo lavoro. Personaggio dall’indole godereccia, come lui stesso dichiara nelle sue “Memorie”, scritte tra il 1784 e il 1787, nasce a Venezia nel febbraio del 1707 da Giulio e Margherita Salvioni. Goldoni studiò in un collegio gesuita manifestando presto un appassionato interesse per il teatro. Si laureò a Padova e praticò la professione di avvocato ma al contempo continuò a frequentare compagnie di attori e compose il suo primo dramma, “Belisario”, che venne rappresentato nel 1724 e che segnò il vero inizio della carriera teatrale del commediografo. Goldoni scrisse più di duecento opere teatrali, divise tra commedie, tragedie e melodrammi. A lui va il merito di aver portato a compimento la riforma al teatro, detta anche riforma goldoniana, intesa come una serie di cambiamenti nella composizione del testo drammaturgico. L’intenzione dell’artista era di non continuare sulla tradizione dei canovacci, bensì di restituire centralità al testo con un maggior realismo e una miglior finezza psicologica. Il suo diventa un teatro illuminista moderato, che valorizza l’autore e gli attori e rinuncia all’improvvisazione. Goldoni porta in scena gli usi e i costumi dell’epoca: moda, feste di carnevale, vizi e virtù dei veneziani, per una maggiore identificazione del pubblico, che decretò l’apice del suo successo nel 1753, dopo il trionfo de “La Locandiera”.
Angela Mariotto
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