Margherita B. si occupò delle gemelle Lavinia e Lucrezia Ordelaffi dalla fine di luglio alla metà di agosto del 2018. La stesura del diario ha richiesto poco meno di dieci giorni. La calligrafia, nitida e leggibile, non tradisce incertezze e questo mi sorprende perché nessuno, nella sua condizione, avrebbe potuto mantenere una tale lucidità.
In una lettera che accompagnava il testo, Margherita mi assicurava di non aver raccontato questa storia a nessuno, mi chiedeva di tenerla riservata, mi lasciava, però, la facoltà di sottoporre queste pagine a persone in grado di spiegare i fenomeni che accaddero in quelle settimane.
Le tre persone che hanno letto questo manoscritto sono state poi incapaci di aggiungere una sola parola e non sono mai tornate sull’argomento. Lascio alla sua competenza il beneficio del dubbio, ma so che è difficile accettare quello che viene raccontato.
Ho corretto poche frasi: qualche data errata, qualche riferimento inesatto. Nient’altro. Glielo affido con la speranza che la sua saggezza possa rischiarare le tenebre di questo orrore.
(Roberto Cotroneo, “Loro”, Neri Pozza Editore, 2021)
Romanzo curioso, quasi fuori tempo vorrei dire: chi scrive più libri del genere fantastico, conditi da un po’ di horror? Fantasy, quello sì, ma è un genere tutto per conto suo. Qui siamo nel fantastico tout court, addirittura con svolazzi alla Henry James (si capirà alla fine) e con riferimenti alle divinità romane (Ecate, la dea che presiede agli incroci). Siccome, però, l’ambientazione è in una modernissima villa nei dintorni di Roma, tutto questo è permesso.
La vicenda viene raccontata attraverso il diario di Margherita, che viene assunta come istitutrice nella famiglia Ordelaffi, nobile e benestante, e alle due piccole figlie dei proprietari: le gemelle Lavina e Lucrezia. I gemelli sono sempre un po’ inquietanti, e qui non si fa eccezione, anche se una ama l’equitazione e l’altra il pianoforte. La madre delle bimbe, Alessandra, è un po’ misteriosa, inquieta, con la tendenza ad alzare il gomito e forse nasconde qualcosa. Umberto, il padre, banchiere a Londra (spesso assente, dunque), è un tipo concreto, solido e fa un po’ breccia nel cuore di Margherita. C’è poi il personale di servizio, dove spicca Gaetano, inquietante giardiniere con una gamba sola (dove ha perso l’altra? In un incidente stradale? O nella precedente vita da marinaio?). E poi, qualcun altro si aggira nel giardino della villa…
Inquietante, con un crescendo di tensione, ma con una debolezza nella scrittura che batte troppo spesso su un paio di temi, lasciando forse intravvedere troppo presto cosa c’è che non va. Oppure, quando si son letti troppi romanzi con gemelle inquietanti, apparizioni nel parco, giardinieri inquietanti, i libri finiscono per assomigliarsi un po’. Un po’ troppo, direi. Occorrono un po’ di finali multipli per aggiustare tutto. Anzi, no, per non aggiustare niente: questi libri romanzi non vanno quasi mai a finire bene.
Gianluigi Coltri
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