Quand’ero piccolo, a casa nostra viveva un intruso. Da fuori tutti credevano che la famiglia Schmitt fosse composta da quattro membri, due genitori e due figli, invece eravamo in cinque. L’intruso dormiva e soggiornava in salotto, immobile, brontolone, importuno.
Intenti alle proprie occupazioni, gli adulti lo ignoravano, tranne ogni tanto mia madre che, infastidita, interveniva perché restasse pulito. L’unica ad avere un rapporto con il seccatore era mia sorella maggiore, che lo svegliava quotidianamente verso mezzogiorno, cosa alla quale lui reagiva con un gran chiasso. Io lo odiavo. I suoi brontolii, la sua aria lugubre, il suo portamento austero e la sua espressione ingrugnata mi disgustavano. La notte, a letto, mi ritrovavo spesso a pregare che se ne andasse.
Da quanto tempo stava con noi? Per quanto ricordassi, aveva piantato le tende a casa nostra da sempre. Bruno, tarchiato, obeso, coperto di macchie e con i denti ingialliti, passava dal mutismo sornione al fracasso più molesto.
(Eric-Emmanuel Schmitt, “Madame Pylinska e il segreto di Chopin”, Edizioni E/O, 2018)
Devo ringraziare un’ascoltatrice per lo spunto di lettura: conoscevo Schmitt per altri libri (“Oscar e la dama in rosa” – che è stato portato anche in teatro ed è pure divenuto film – e “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”). Schmitt è un autore prolifico, i suoi libri non sono volumoni, ma in compenso sono testi sempre molto densi ed acuti. Questo romanzo in prima persona non fa eccezione, anzi: entra in campo la musica, insieme con la letteratura.
Lo potremmo considerare un romanzo di formazione, oppure un ritratto dell’autore da giovane: Schmitt da giovane ha realmente studiato musica, indeciso sulla strada da prendere rispetto alla filosofia e alle lettere, che già frequentava e praticava. Ma è madame Pylinska il vero gigante sulla scena: l’insegnante di pianoforte innamorata di Chopin, ma capace di andare oltre lo spartito, di insegnare al giovane Eric-Emmanuel l’approccio alla vita più che alla sola musica.
Insopportabile ma mai banale nè punitiva, madame Pylinska è la guida che tutti ci augureremmo di incontrare da giovani oppure per i nostri figli: chi non dà soluzioni, ma scenari, chi spinge a scavare dentro di sè e dentro le cose, non a godere di facili e superficiali successi. Ma il libro è anche una lunga e divertente lezione di musica, che permette di capire non solo Chopin, ma anche altri musicisti. E permette di capire perchè la musica, certa musica, tocca le nostre corde più profonde, quali risonanze genera. Anche nelle pause e nei silenzi (da questo tema è partito il suggerimento di Cinzia).
Libro intenso e concentrato, appassionato ed emozionante: proprio come un brano di Chopin…
Gianluigi Coltri
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