Bottegucce dal sapore bohèmien, moderne boutique, locali trendy, caffè retrò, vicoli, mercatini….
Parigi? No. Brera.
Il quartiere Brera di Milano, tra i più caratteristici e noti della città, che per l’amore per l’arte mi trovo a frequentare spesso, è meta non solo degli artisti iscritti alla prestigiosa Accademia di Belle Arti, ma anche e soprattutto di artisti ed appassionati che giungono da tutto il mondo per visitare la rinomata Pinacoteca. Ex convento trecentesco, il Palazzo di Brera ospita anche un osservatorio e la Biblioteca Nazionale Braidense, nonché, sul retro, un rigoglioso Orto Botanico.
Il portale principale che dal cortile d’onore si affaccia su via Brera, dà accesso sia all’accademia che alla pinacoteca, nonché al Bistrot Caffè Fernanda, che prende il nome da Fernanda Wittgens, la visionaria direttrice della galleria che fu responsabile della sua riapertura nel 1950. In questo contesto ricchissimo d’arte e di charme, dominato dall’imponente scultura in bronzo di Antonio Canova “Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore”, posta al centro del cortile, è facile perdere la nozione del tempo: la collezione di opere d’arte della Pinacoteca di Brera, infatti, contiene alcuni tra i massimi capolavori della storia dell’arte mondiale, tra cui il Cristo alla colonna del Bramante, la Pietà di Giovanni Bellini, la Cena in Emmaus di Caravaggio, il Bacio di Hayez, solo per citarne alcuni. Un vero scrigno, pertanto, contenente un tesoro dal valore inestimabile. Ma anche un distretto da scoprire, una piccola città senza tempo.
Angela Mariotto
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